Emma si ritrova al funerale della nonna Amalia, ma al momento di dire alcune parole in suo ricordo, si rende contro di non conoscerla bene, di avere di lei un’immagine molto superficiale, un po’ come tutti.
Grazie alle pagine di un diario, in cui Amalia annotava gli avvenimenti salienti della sua vita, Emma entrerà davvero in contatto con la nonna, scoprendo anche inattese verità sulla sua famiglia.
“Ho ricevuto un regalo per il mio sedicesimo compleanno.
E sei tu, un quaderno con la copertina nera.
Ho deciso che ti userò come diario. Ma non scriverò tutti i giorni, perché non ne avrò voglia.
Non sono molto brava a scrivere.
[…] Sono certa che sarai comunque un amico fedele.”
Risulta difficile comprendere a fondo l’esistenza, le scelte, i dolori e le passioni di chi ha vissuto la guerra, di chi ha dovuto fare i conti molto presto con la realtà di un epoca storica complessa, ricca di stravolgimenti che non sempre lasciano il tempo di abituarsi, ma colgono alla sprovvista, come l’inatteso arrivo di un bimbo quando non si è ancora pronti a fare i genitori in una situazione di solitudine e di povertà.
Tutto questo insieme di emozioni e molto altro ancora è il delicato e intenso romanzo Amalia, di Giorgia Garberoglio (Edito Feltrinelli, 2015) che ha vinto il concorso letterario Ypsilon Tellers, una storia forte, densa, che grazie a una narrazione lineare e diretta arriva immediatamente al lettore, non lasciando spazio a incertezze, perché cattura mentre racconta di un’Italia fascista, che entra in guerra, in cui la Resistenza “porta via” ad Amalia, appunto, l’amore della sua vita.
Amalia è un viaggio nella memoria, una passeggiata, a volte tranquilla altre più faticosa, a ritroso nel tempo, in cui, la protagonista Emma comprende in maniera più profonda la donna, l’attrice, la nonna Amalia, il suo animo, le sue paure più nascoste, i dolorosi segreti, ricostruendone, dopo la morte, pezzetto dopo pezzetto, la vita.
Non si può non amare il personaggio di Amalia: lei è una “di noi”, ama, soffre, si mette in gioco, non molla mai, anche quando la vita con la sua durezza sembra voltarle le spalle; Amalia è una combattente, conosce il senso della parola sacrificio, è ironica, ha imparato a cogliere ciò che di bello l’esistenza può regalare.
L’intrecciarsi della vita di due donne, nonna e nipote, le similitudini delle loro esperienze rappresentano sicuramente l’elemento vincente, in un continuo salto temporale che dal presente ci riporta all’origine di una famiglia la cui storia appare fin da subito avvolta nel mistero, in cui la passione si trasforma in sentimento per giungere poi ad acquisire quella profondità data dalla consapevolezza del proprio vissuto.
L’autrice, che è giornalista, collabora con La Stampa dall’età di diciassette anni e tiene su Leggo la rubrica settimanale Bookids con recensioni di libri per bambini e ragazzi, riesce con questo libro a fare breccia: pur con una vicenda semplice, narra uno spaccato interessante della nostra storia passata, senza essere retorica e pesante; Amalia entra in punta di piedi per poi coinvolgere e lasciare, alla fine della lettura, preziosi spunti di riflessione.
Una lettura consigliatissima.