“È il primo giorno di scuola.
«Come ti chiami?» chiede l’insegnante.
«Emma» rispondo.
«E poi?»
E poi cosa? Non capisco. Resto muta.
Le altre bambine ridono,
prima sommesse, poi fragorosamente.
L’insegnante prende a scorrere il registro.
Va per esclusione.
«Forse sei questa: La Spina» dice.
È così che conosco il mio cognome.“
Questa è la storia di Emma, la storia di una bambina orfana dell’amore e del calore di una famiglia. Emma è una delle tante piccole vittime dell’indifferenza, cui il destino non ha riservato una vita semplice. Emma si trova così a dover crescere in un istituto, uno dei molti orfanotrofi, gestiti da suone disumane, dove le sevizie fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno. Emma non conosce nulla del mondo, non sa cosa voglia dire essere bambini: studio, lavoro e punizioni, questa la sua triste quotidianità.
Il suono di mille silenzi (Edito Piemme/2009), è la biografia di Emma La Spina, che racconta con estremo disincanto e freddezza, il percorso acciottolato di una bambina e di tutte quelle anime indifese che, sole e abbandonate a se stesse fina dalla nascita, hanno dovuto imparare sulla propria pelle cosa sia il dolore, ritagliandosi il proprio spazio tra l’indifferenza e la cattiveria di un mondo sordo alle loro disperate grida di aiuto.
Emma La Spina, grazie alla sua tenacia, trova il coraggio di raccontare quando ha vissuto e la sua corsa verso la felicità, non solo per lei, ma anche per tutte le sue “compagne di viaggio”, troppo intimorite dal loro oscuro vissuto per poter parlare.
Con un linguaggio diretto, con una descrizione prima di orpelli, Il suono di mille silenzi, come un pugno, arriva dritto allo stomaco, colpisce nel profondo, genera indignazione perché niente e nessuno, tanto meno delle suore che dovrebbero essere votate all’amore e alla carità, può e deve rubare l’infanzia, rubare l’anima.
È un romanzo da leggere e da regalare proprio in questo periodo natalizio, perché fa riflettere, fa aprire gli occhi su una triste e non troppo lontana realtà (gli avvenimento narrati si svolgono negli anni ’60), e insegna, tramite la forza della piccola Emma che, nonostante tutto, non bisogna mai perdere la speranza e mai “gettare la spugna”.
Amalia Papasidero
Foto tratta da: www.edizpiemme.it
Presentazione del libro: