Il Natale è ormai alle spalle, ma ci sono alcune storie, che sebbene nascano e si sviluppino in ambientazione festiva, sono sempre valide, perché nella loro estrema facilità ci trasmettono messaggi importanti.

Questo è proprio il caso della fiaba “Natalino il monellino compie una buona azione” di Angela Ceraso, con le illustrazioni di Amalia Ceraso; una storia in cui il protagonista, Natalino appunto, figlio di Babbo Natale, si ritrova a prendere il posto del genitore in quella che è la notte più lunga dell’anno, la vigilia di Natale, per recapitare i doni ai bambini di tutto il mondo. Questo bimbo, però, non è proprio come tutti gli altri: è molto curioso, pieno di iniziativa e molto testardo e trascorrerà proprio la notte del 24 in maniera del tutto impensata all’interno di un ospedale a portare gioia a coloro che purtroppo non hanno modo di passare le festività con i loro cari.

Una fiaba che non è rivolta solo ai bambini e che fa riflettere sull’importanza di donare un po’ del nostro tempo a chi si trova in difficoltà per una malattia o qualunque altro tipo di problema; una storia molto emotiva, che Angela Ceraso fa scorrere con leggerezza sul foglio e che rappresenta davvero un piccolo dono da concedersi, riportando l’attenzione sul vero senso del Natale.

Un senso che purtroppo, a causa del consumismo e della corsa sfrenata al regalo a tutti i costi, si sta affievolendo sempre di più e che è compito nostro far rivivere in tutto il suo splendore.

Quella di Natalino è in fondo la storia di ciascuno di noi, la storia di tutte quelle persone che devono aprire e offrire il proprio cuore al prossimo.

Una fiaba consigliatissima e da ACQUISTARE

autore di questa pagina:

Amalia Papasidero

Amalia Papasidero, editor, correttore di bozze, consulente letterario e blogger. Ha conseguito il master in “Tradizione e innovazione nell’editoria. Dal libro all’e-book” presso l’Università della Calabria.
Gestisce il sito web www.scritturaedintorni.it (che ha ottenuto l’accredito stampa presso il Festival della letteratura di Mantova nel 2016), che si occupa di ciò che ruota attorno al mondo della scrittura e offre numerose risorse e servizi per gli autori. Organizza eventi letterari e culturali (presentazioni librarie e musicali, campagne di sensibilizzazione su temi sociali). Ha da poco pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “Riflessi”. Tiene corsi di scrittura e self-publishing, workshop sulle tematiche legate alla narrazione.

  • Ci s’immerge nella lettura di una bellissima fiaba che ad ogni bambino va letta, che possa così comprendere quanto è fortunato a vivere la normalità della sua età, al contrario di quei bambini rilegati
    in un letto d’ospedale, anche nella notte più magica dell’anno: come dice Natalino non si può vivere così anche la notte di Natale, almeno quella notte quei bambini hanno diritto anche loro di essere felici, ritornando alla normalità quotidiana.
    A ciò aggiungo: che tutti i bambini che soffrono in ogni modo o per qualsivoglia ragione, pur non stando soggiornando tra fredde pareti di un ospedale, avrebbero diritto di essere felici, stando a vivere
    la normalità della quotidianità che spetta al loro status di fanciulli; non solo la notte di Natale.
    Lapponia, alla finestra Natalino si era perso a guardare il papà che caricava la slitta con sacchi enormi, pieni, zeppi di regali; non aveva mandato giù il fatto che anche quest’anno non andasse con il genitore
    a consegnare i regali in giro per il mondo.
    Ma, con l’aiuto della sorellina Celeste, fece in modo di svolgere lui quel compito.
    Si trovarono a fare una sosta a Napoli, Natalino si rese conto che la slitta era ferma costeggiando
    l’ospedale pediatrico Santobono Pousillipon, a quel punto tirò fuori un grido dopo aver dato un pugno sull’asfalto, pensando a tutti quei bambini come lui, privi di libertà perché ammalati, cagionevoli, fragili, perciò decise, con l’aiuto della fatina Giada, di fare in modo che almeno per quella notte potessero essere felici, ritornando per un attimo alla normalità della loro quotidianità d’un tempo.
    Giada, la fatina, al rientro a casa, fece si che il papà e la mamma non si rendessero conto di quanto accaduto.
    Non sono uno che si emoziona facilmente, ma questo racconto ha smosso in me qualcosa.
    “Quando ero bambino, ma anche tutt’oggi, nel periodo natalizio il mio animo s’incupiva, avrei preferito sprofondare in un sonno che sarebbe durato per tutto il periodo della ricorrenza: nulla riusciva
    a rallegrarmi, neppure il regalo più desiderato.
    Forse perché Natalino non è mai venuto ad allietarmi.”
    Vincenzo Patierno

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