Qualche interessante consiglio per scrivere un libro autobiografico
Scrivere un libro non è propriamente una passeggiata, richiede capacità non solo tecniche riguardanti la conoscenza della grammatica, della lingua italiana in generale, ma anche molta fantasia nel cercare di creare una trama, dei personaggi e degli intrecci che siano credibili, coinvolgenti e spingano il lettore a rimanere con gli occhi incollati al foglio.
Tuttavia, scrivere un libro autobiografico appare cosa sicuramente più facile da fare: al di là, infatti, di quelle conoscenze di base che ogni buon scrittore deve possedere per potere mettere nero su bianco, come detto sopra, avere conoscenza della grammatica, della lingua italiana e possedere un buon lessico, basta riportare le proprie esperienze, e pertanto ciò che si è vissuto, chi si è incontrato durante la propria vita, o in una particolare parte di essa. Ovvio che raccontare di se stessi, parlare di una situazione vissuta in prima persona, richiede uno sforzo di fantasia davvero minimo e dunque più semplice da applicare.
Ma come si scrive in concreto un libro autobiografico?
Vi sono una serie di regole che valgono in generale per la stesura di un libro, a cui si aggiungono, poi, dei piccoli accorgimenti che riguardano proprio i libri biografici. In primo luogo, quando si decidere di iniziare a scrivere un testo, occorre avere ben chiaro di cosa si vuole parlare, quindi della vicenda o delle vicende di cui si vuole narrare; in tal caso occorre effettuare un indice, in modo da avere un quadro chiaro e sempre presente sotto gli occhi dei punti che nell’ambito del racconto dovranno essere poi sviluppati. Questo rappresenta un elemento essenziale nella stesura di un testo, in quanto non fissare gli argomenti potrebbe portare lo scrittore a procedere con grande confusione, rischiando di non giungere e non esporre al meglio i vari avvenimenti.
Dopo avere creato un indice, occorre iniziare a trattare i vari punti; il consiglio è di scrivere tutto ciò che viene in mente in relazione ad una vicenda, lasciandosi trasportare dai propri pensieri, in quanto il lavoro di limatura del testo avverrà in una fase successiva.
Scritto il contenuto, si dovrà passare a quello che prima è stato indicato genericamente come “lavoro di limatura”: occorrerà rileggere tutto il testo, cercando di soffermarsi sui concetti, sulla loro chiarezza, sul linguaggio, sullo stile che allo scritto si vuole dare, prestando attenzione a quelli che possono essere i refusi (errori di battitura), alla correttezza grammaticale e sintattica, in questi casi vi sono anche molti professionisti che possono aiutare gli scrittori in erba effettuando diversi servizi come la correzione delle bozze e l’editing, (noi di scritturaedintorni.it forniamo in questo senso diversi servizi).
Dopo avere concluso la fase relativa alla scrittura (possono essere inserite anche testimonianze di persone terze, poesie, e in generale quanto possa raccontare al meglio la vita dello scrittore, non ci sono limiti alla fantasia in tal caso), e aver creato dunque il contenuto, riletto il tutto ed eventualmente corretto le varie parti e i vari errori, si può passare alla parte più creativa; si deve decidere cioè il titolo dello scritto ed eventualmente inserire delle foto che possano essere di aiuto nel percorso biografico effettuato nel libro.
Capire come scrivere un libro autobiografico potrebbe permettere a tutti coloro che lo volessero, di poter raccontare la propria vita, facendo solo attenzione a dei piccolissimi passaggi, che poi in linea di massima sono applicabili alla stesura di una qualunque testo.
Schema: come scrivere un libro autobiografico:
1. Creare un indice, decidendo quelli che saranno gli argomenti e le vicende che si dovranno trattare;
2. Sviluppare i singoli argomenti individuati;
3. La prima fase deve essere lasciata alla massima libertà di espressione e di contenuto;
4. Dopo avere “buttato giù” tutte le idee, effettuare una prima rilettura del testo per sistemare i concetti, migliorare il linguaggio e lo stile, correggere gli errori di battitura, di grammatica e di sintassi;
5. Compiere una seconda e magari una terza rilettura, per valutare la scorrevolezza del testo;
6. Scegliere un titolo che possa racchiudere il senso di quanto raccontato, nel caso dell’autobiografia si potrà scegliere qualcosa che sia personalmente significativo;
7. Selezionare una serie di foto, che insieme a quanto scritto, raccontino la propria storia, o la particolare vicenda autobiografica narrata.
In generale, da quanto esposto fino adesso, si può capire che scrivere un libro autobiografico, o di qualsiasi altro genere, non è una “missione impossibile”; ovvio è che il miglior scrittore è colui che è anche il miglior lettore, colui che apre la mente, che accoglie e digerisce tutto ciò che lo circonda, che osserva, che non lascia mai nulla al caso e che riesce a rendere viva qualunque cosa che per sua natura sarebbe inanimata.
Scrivere è un esercizio dell’anima, richiede calma, concentrazione, ma anche passione e a volte coraggio: parlare di se stessi, in un libro che poi presumibilmente sarà letto da tantissime persone, rappresenta una vittoria, poiché significa che ci si è riusciti a liberare davvero dal giudizio altrui, raccontando le proprie personali e inimitabili emozioni.
Ecco un elenco di autobiografie consigliate:
1. Boris Pastemak. Autobiografia
3. Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia di Nelson Mandela
4. Le mie invenzioni. L’autobiografia di un genio. Autobiografia di Tesla.
5. Autobiografia spirituale. Dalai Lama
6. Autobiografia. Franzo Zeffirelli
7. Chaplin. La mia autobiografia
8. MIles Davis. L’autobiografia
9. L’autobiografia. Scrivere di sé per stare bene
10. I have a dream. Autobiografia di Martin Luther King
11. Reato di vita. Alda Merini
12. Non c’è nessun Dio quassù. Di Jurij Gagarin
13. Jack London. Autobiografia alcolica
14. Angelicamente anarchico. Autobiografia di Don Andrea Gallo
15. Lettere dal carcere. Antonio Gramsci
17. Angela Davis. Autobiografia di una rivoluzionaria
18. La mia vita. Richard Wagner
19. Figlio di nessuno. Un’autobiografia senza frontiere. Autobiografia di Boris Pahor
20. Il perché non lo so. Margherita Hack
21. Padre Pedro. Autobiografia di un ribelle
22. Cosima quasi Grazia. Autobiografia di Grazia Deledda
23. Il racconto del pellegrino. Sant’Ignazio di Loyola
Amalia Papasidero
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Gentilissima dott.ssa Amalia, ho quasi ultimato la storia dell’evento traumatico che mi ha travolto, ho anche individuato un paio di titoli possibili, resta solo da cambiare o eliminare alcuni nomi, migliorare la correzione e forse limare.Ho cominciato allo scopo di far conoscere a tutti la malvagità del mio capo e l’abuso di potere di certe altre, ma so che potrei rischiare di essere denunciata per diffamazione, per questo confido nei suoi consigli, perché so ch’è un avvocato.Scrivere mi ha aiutato molto a superare la difficoltà e a fare introspezione, per cui, essendomi resa conto dei cambiamenti, in meglio, avvenuti in me, desidero pubblicare il libro, perché spero di aiutare gli altri a credere nella possibilità di superare qualunque difficoltà con un briciolo di fede e un po’ di buon umore.
Gent.ma Nadia,
innanzitutto, la ringrazio di avermi scritto, mi fa sempre piacere quando gli utenti leggono i miei post.
Per quanto riguarda il suo testo, sono lieta che la scrittura l’abbia aiutata a superare un trauma, questo evidenzia sempre di più che scrivere ha carattere terapeutico e davvero può migliorare la vita di una persona. Se dovesse avere bisogno in merito alla sistemazione del testo qui io fornisco dei servizi (correzione bozze, editing, ecc.).
Per quanto riguarda i contenuti da lei inseriti nel suo libro, il consiglio che mi sento di darle è di romanzare il tutto; capisco che voglia far venire a galla una situazione difficile, ma deve anche tutelare la sua posizione. Non so che tipo di azienda e che tipo di influenza ha il suo ex datore di lavoro, oltre al fatto, appunto, che potrebbe querelarla per diffamazione e andrebbe poi lei a inserirsi in una situazione molto farraginosa in cui le servirebbero testimonianze, prove, insomma non credo che lei voglia andare in contro ad altri problemi.
Pertanto penso che la soluzione migliore sia quella di romanzare, di raccontare ma non fare riferimenti a persone (dovrà cambiare i nomi) o situazioni, se, come le spiegavo prima non ha le spalle coperte, nel senso che in caso di una denuncia abbia i mezzi e la possibilità di difendersi e far valere le proprie ragioni.
Alla fine, se il suo scopo è dire a chi subisce mobbing sul lavoro come si deve comportare, racconti semplicemente una storia, faccia arrivare un messaggio, senza necessariamente voler rovinare chi le ha fatto del male. Vada avanti e si liberi dal peso di questa brutta esperienza. Se avrà bisogno nella fase di correzione, le ribadisco, la possibilità di usufruire dei nostri servizi.
Le auguro in bocca al lupo per tutto.
Buongiorno io ho scritto una bozza del mio primo libro ma prima voorei qualcuno che mi aiuta a fare la correzione e mettere in ordine un po le mie idee per renderlo perfetto perché ho tante idee ma non so come metterli in ordine.nel modo che il racconto sia perfetto.
buon giorno… vorrei scrivere una autobiografia….solo che io potrei fornire punti cruciali raccontandomi maquello che mi servirebbe è un assemblatore che renda poi fluidi e miei racconti incastrandoli uno cn l’altro…vorrei sapere i costi grazie…..
Buongiorno Sig,Amalia. Con immenso piacere e interesse ho trovato la sua pagina.per formattazione la mia biografia. L e chiedo qualche consigli professionale. Ho 75 anni,la mia vita l’ho vissuta in vari paesi europei,in medio oriente(durante il conflitto anni 80,tra iran e irak) in sud america all’età di 16 anni,incarcerato,e dopo un dichiarato indesiaderabile,ho avuto un infanzia triste vicino ai miei genitori ma,privo di amore materno ,ho vissuto il 95% della mia vita sulla strada,ho creato ingrossi(grandi) in italia e all’estero senza un soldo,per copa della mala compagnia,sono finito dietro le sbarre,ma mai ho commesso un atto delittuoso,ho aiutato sempre il più debole,in circostanze pericolosi ne sono uscito sempre a galla,ho sei figli in 4 nazioni,a 64 anni ho ricevuto il dono di DIO,d’avere avuto l’unica figlia femmina,a 57 anni sono andato a vivere in un paese alluvionato del sud america,senza un soldo,e senza aver venduto niente al mio paese,e ho creato tanto,tanto,dove tutt’ora i miei figli avuti nel secondo matrimonio,gestiscono tutto,venezuela,e in un’isola dei caraibi.Desidero non stancarla di più. Adesso le dico e le domando gentilmente;dietro insistenza dei miei figli ho ripreso il mio racconto(interrotto) nel 2.000.Adesso trovandomi in Italia,l’ho ripreso,sono arrivato ascrivere fino al 2.002,mancano i migliori anni,di come ho costruito (dal nulla)e onestamente,la sicurezza della mia sopravivvenza(non ho diritto alla pensione,e questo è ovvio,ho scritto già 23,500 righi di un quadernoni,con 40 righi in ogni foglio,metterò fogli,e foto del racconto,secondo lei andranno in un solo volume?.Trascrivere tutto ciò per via telematica sarà una odissea,cosa mi consigliaE mi anticipi per favore il titolo appropiato,in questa vita che ho vissuto,sull’incognito,su precipizi,ma sempre col la realtà di sfiorare il codice ma non intaccarlo.Io credo tantissimi persone sono deceduti,gli eredi possono fare qualcosa se nominerò i famigliari?.GRAZIE INFINITI,E MI AUGURO AL PIU’ PRESTO,DI PASSARLE TUTTO QUANTO!.
Gent.mo Pippo,
senza dubbio la sua vita è stata ricca di cose, di situazioni belle e brutte, di gioie e di dolori e credo che, giunto alla sua bella età, sia una buona idea raccontarla.
Per quanto riguarda il lavoro di scrittura, le posso dire che per fare una correzione è indispensabile ricopiare al pc tutto quello che ha scritto sulla carta, altrimenti diventa davvero difficile poter lavorare sul suo testo; mi rendo conto che può risultare complicato riportare tutti in digitale, ma è necessario.
Solo così eventualmente potrò aiutarla a correggere il testo.
Circa il titolo, per ora non me la sento di darle nessun consiglio, dovrei prima leggere cosa ha scritto, per avere un’idea più precisa della sua storia.
Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare i nomi e i cognomi di persone vere, può precedere nel seguente modo: o cambia i nomi e ne mette di fantasia, per fare in modo che nessuno riconosca quella persona, oppure può cercare di entrare in contatto con gli eredi, se le persone che vuole nominare sono morte, facendogli firmare una carta, dopo aver loro spiegato il suo progetto, in cui le diano il permesso di poter utilizzare il nome del proprio parente all’interno del suo libro.
Quando avrà tutto pronto mi ricontatti così vediamo che lavoro occorre fare sul suo testo.
Per ora la saluto cordialmente,
Buonasera, Mi hanno suggerito di scrivere una autobiografia dei miei ultimi 10 anni di vita personale/ professionale in quanto qualche anno fa sono stato al centro dell’ attenzione per una idea concretizzata in un momento ben determinato della nostra storia socio/economica. Ho già messo giù le basi e ieri sera guardando un film ho avuto anche una idea x il titolo. Vorrei sapere se secondo lei potrebbe essere una buona idea e se voi potete assistervi.
Cordiali saluti
Ciao Christian,
ti ho risposto per email 🙂
salve sto scrivendo un libro su di me e la mia vita, da un po a dir la verita è in stand by per mancanza di tempo e idee… la mia domanda è: siccome nel libro ovviamente parlo di persone reali, con le quali spesso pero non ce stato piu confronto, rapporto o quant’altro; è pericoloso metterli nella mia storia per la privacy o per non cadere in intoppi basterebbe cambiare loro nomi e particolari?
Cara Veronica,
la questione che poni è davvero quella più problematica in assoluto; come ho già spiegato in altri commenti, la cosa migliore sarebbe far firmare una liberatoria a tutti coloro che sono presenti all’interno di un romanzo per avere la certezza che, dopo averlo letto e visto come sono descritti, non hanno nulla in contrario alla pubblicazione e diffusione di esso.
Malgrado ciò, tu mi dici che non tutte le persone sono rimaste in “buoni rapporti” con te; in questo caso se il cambiamento del nome e delle situazioni che le riguardano rendono realmente irriconoscibile la persona a cui ti stai riferendo allora va bene, effettua pure questi cambiamenti; se ciò non bastasse, però, e tu sei certa che le persone in questione potrebbero, non solo riconoscersi, ma non avere il piacere di essere inserite nella tua storia, allora consiglio di bypassare e di non menzionare nulla che possa riguardarle.
In bocca al lupo per il tuo scritto.
A presto!!!
Buongiorno dottoressa, la mia curiosità trova sfogo in una semplice domanda: se volessi scrivere un libro autobiografico, quanto dovrebbe essere lungo in termini di pagine?
Grazie!
Ciao Fabio!
Allora ti rispondo subito: un libro, sia esso un romanzo, un’autobiografia, un racconto, non ha un numero di pagine predefinito.
Può averne 30, come 500, l’importante è il contenuto. Quindi il mio consiglio è quello di porre la tua attenzione su ciò che andrai a scrivere e a raccontare, non ti preoccupare della lunghezza, lascia fluire i tuoi pensieri.
A presto 😀
Salve ho iniziato da pochi giorni a scrivere la storia della mia vita, però mi piacerebbe scriverla in terza persona come io raccontassi la storia di un amica.
è una buona idea?
posso cambiare i nomi originali o meglio mantenerli?
La ringrazio Gioia
Ciao Gioia,
non esiste una regola specifica per scrivere una autobiografia, senza dubbio l’utilizzo della prima persona permette di introdurre nel testo elementi emozionali più forti, perché è il protagonista che racconta le proprie sensazioni (e tra l’altro è senza dubbio più semplice rispetto alla terza persona).
Circa l’utilizzo dei nomi originali, io consiglio sempre di cambiarli, se è possibile, poiché se si volessero mantenere, sarebbe sempre il caso di far firmare una liberatoria agli interessati, in cui danno il proprio consenso affinché il loro nome venga inserito in un testo che sarà, molto probabilmente, pubblicato.
Spero di esserti stata d’aiuto. Per qualunque dubbio ricontattami pure.
A presto
Ciao sono Aura, ho appena finito di scrivere un libro autobiografico ma mi è venuto un dubbio, siccome ho riportato nomi e cognomi di amici e parenti, devo chiedere la loro autorizzazione prima di pubblicare? E nel caso si trattasse di personaggi pubblici tipo conferenzieri e scrittori famosi in tutto il mondo, devo chiedere la loro autorizzazione per pubblicare? Grazie mille
Ciao Aura!
Allora, quando riporti i nomi di persone “private” è sempre meglio far firmare loro una liberatoria, non si sa mai nella vita. Potrebbero adesso darti il loro assenso e in un futuro pentirsene, creandoti delle difficoltà con il tuo testo.
I personaggi pubblici, proprio per il loro essere tali, non devono dare consenso laddove tu li citi (es. citare un cantante, un poeta o uno scrittore non è un problema, riportando sempre la fonte, cioè attribuendo la canzone, la poesia, la frase a chi effettivamente l’ha scritta). Se si tratta di conferenzieri, proprio perché questi ultimi parlano in un luogo pubblico, aperto a tutti coloro che vogliono ascoltare, è sufficiente che riporti, dopo avere scritto l’intervento del soggetto in questione, il suo nome e la confrenza della quale l’intervento fa parte.
A presto 😀
Grazie mille Amalia, sei stata molto chiara e esaustiva 🙂
salve, un libro autobiografico…può essere anche grafico, cioè attraverso disegni ?
Ciao Sandra!
Un libro non ha una forma predefinita, statica e immutabile; infatti una storia può essere raccontata a fumetti, con didascalie, in poesia, tramite una serie di racconti, sotto forma di diario, ecc.
Se tu vuoi raccontare la tua storia, nulla ti impedisce di farlo graficamente. Ovviamenete ti consigliere l’aggiunta di brevi riflessioni, di frasi o di pensieri che accompagnino il tutto.
A presto 😀
grazie mille.
Salve vorrei un opinione sul titolo della mia autobiografia?
Il primo anno di vita con la Trisonomia 21
É un bel titolo o sembra scarso?
Ciao Cristina.
Per poterti dare un consiglio preciso, bisognerebbe leggere tutto il tuo libro, perché a volte il titolo potrebbe fuoriuscire da una sfumatura del testo, o da un richiamo a qualcosa che in esso è contenuto.
Sulla base dell’argomento, ti dico che potrebbe andare, ma che potresti, sempre lasciando nel titolo il nome della sindrome “Trisonomia 21”, scriverlo in maniera più accattivante; se magari vuoi mandarmi qualcosa da leggere di quello che hai scritto potrei aiutarti a trovare un titolo maggiormente incisivo.
A presto