Una bella intervista con uno dei musicisti più interessanti e profondi del panorama musicale attuale, un giovane cantautore che con le sue parole e le sue note riesce davvero a trascinare a far entrare l’ascoltatore in un vortice di emozioni, pensieri e riflessioni. Al momento impegnato nel suo Amen Tour, conosciamolo un po’ meglio.
- Negli ultimi tempi abbiamo piacevolmente assistito all’emergere di un nuova artista, Eman, ma chi è davvero Emanuele Aceto, da dove proviene e cosa significa per lui “partire dal basso”?
.
- Emanuele Aceto è un ragazzo con una storia simile a tante altre. Sono nato a Catanzaro in Calabria, dove sono cresciuto, ho studiato e, nel tempo, affermato musicalmente. Dal basso perché? Perché al di là della posizione geografica, rispecchia a pieno la filosofia mia e del mio team. Ho iniziato dal fondo della bottiglia, da dove è difficile vedere e persino immaginarsela la risalita. Sono passato dai palchi di piccolissime realtà a palchi importanti, grazie alla forza di volontà e al duro lavoro, credendo sempre in me stesso, nonostante le difficoltà, già di per sé ovviamente presenti nel mondo della musica e raddoppiate se il lavoro si prova a fare #dalBasso. Volevo dimostrare che tutto è possibile, che l’uomo trova maggiori stimoli nelle difficoltà e da il meglio di sé, che anche un calabrese può farcela. Eman ed Emanuele Aceto sono la stessa persona, in tutto e per tutto, senza maschere.
.
2. La cosa che colpisce maggiormente di te come artista è la tua capacità di scrittura; essendo così bravo nel dare corpo ai tuoi stati d’animo riesci a trasmettere emozioni davvero forti a chi ascolta i tuoi pezzi. Ma come nasce ogni tuo brano?
- Io ho sempre osservato tanto. Ho osservato le persone addolorarsi, innamorarsi, gioire, soffrire, vivere insomma e ho cercato sempre di riportare nella scrittura queste sensazioni, di ritrovarmi in tutto ciò che vedo, la voglia di non perdermi in inutili esercizi di stile, ma di essere diretto e vero: la gente merita i nostri sforzi migliori.
3. Nel tuo ultimo singolo, Amen, all’interno del testo ci sono questi due righi “E poi ti domandano, ma quello che scrivi è frutto di immagine o fa parte di te”… Quindi ti chiedo, quello che racconti è frutto della tua esperienza, parli di te stesso e della tua vita, oppure deriva da ciò che ti circonda.
- Involontariamente ti ho risposto prima. La prima impressione la butto giù attorno ad esperienze personali, poi trovo ispirazione in tutto ciò che mi circonda.
4. Cosa vuol dire per un giovane cantautore come te riuscire ad arrivare con così tanta facilità al cuore dei ragazzi, dato che è proprio giovane il target di ascoltatori che ti seguono con passione?
- Sono contento che quello che faccio piaccia. Vedere la gente cantare le tue canzoni, leggere gli infiniti messaggi per nulla scontati che mi arrivano, mi fa capire che il messaggio viene recepito e questo è un grande regalo che ricevo.5. C’è, fra le canzoni che hai scritto fino adesso, una che ti rappresenta maggiormente, che pensi sia davvero quella che esprime al massimo il tuo sentire?
- Amen e Insane su tutte, sicuramente.
6) Qual è il tuo ultimo pensiero prima di salire sul palco e iniziare un concerto?
- “Mangiati quel palco”, mi ripeto questo… e provo a farlo sempre, anche davanti a soli due spettatori. Voglio scendere da lì ed essere sicuro di poter dire: “Ho dato il meglio che potevo”.