Questo breve racconto parla di rinascita, di come si debba trovare la forza per farsi rispettare in quanto persone, in quanto esseri umani. In questa giornata contro la violenza sulle donne, ma in generale quotidianamente, è importante che passi il messaggio che dall’inferno delle botte, dei pugni, ma anche delle vessazioni psicologiche, si può uscire… ci vuole coraggio, tanto, ma se si impara a pensare con la propria testa e ad amarsi, si può superare ogni limite e ogni problema.

E allora tutti insieme uniamoci CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE.

Ricominciare

Piove. I tuoni rimbombano nella mia testa… sembrano colpirmi ovunque sui lividi violacei che pulsano e mi rendono dolorante. Non so se è ancora giorno o è già notte… sono ore che sono riversa sul pavimento; i miei occhi sono sbarrati, svuotati da ogni lacrima, la mia voce è strozzata in gola, ogni mio singolo muscolo è contratto. Lui è uscito da un po’ sbattendo forte la porta; mi ha  riempita di botte perché avevo avuto l’ardita idea di cambiare taglio di capelli.

Il ticchettio dell’orologio mi ricorda che il tempo sta trascorrendo; ogni volta è sempre la stessa storia: mi dico “lo lascerò”, “me ne andrò”, “basta”, “è finita”… ma poi, appena vedo comparire le lacrime sul suo viso, su quel viso che ho baciato mille e mille volte, che mi ha strappato tanti sorrisi, mi ridico: “non succederà più, mi ama, devo solo cercare di non farlo innervosire”.

Mi rialzo a fatica, non ne sono sicura, ma credo di avere un piede rotto. Mi trascino verso la finestra e mi appoggio al parapetto, iniziando a osservare la vita che, fuori dal mio quotidiano inferno, scorre; non avevo mai notato con attenzione ciò che mi circonda: una mamma sorride spingendo una carrozzina, due ragazzi, su di una panchina, si abbracciano guardandosi teneramente, un anziano cammina rinchiuso in se stesso fumando una pipa…

Ora lo vedo distintamente: la mia vita non è vita… è una continua apnea, è il correre verso ciò che non è, non è stato e, probabilmente, mai sarà…

D’improvviso un lampo: la mia mente comanda un corpo, il mio, martoriato dalle botte che, come un automa infila in un borsone le prime cose che gli capitano sotto mano. È come se non fossi io: mi guardo dall’esterno e non mi sembra vero che lo stia facendo. Mi trascino di qua e di là per la casa, piangendo, ridendo… dico addio a ciò che è stata la mia esistenza fino lì, iniziando a prefigurarmi un nuovo domani.

Strisciando con il piede gonfio, infilo un jeans e una camicetta, prendo la borsa, indosso gli occhiali da sole per coprire le occhiaie profonde, apro la porta e varco la soglia… non mi volto in dietro…

È finita… mai più botte, mai più lacrime, mai più dolore…

Il mio cuore ricomincia a battere mentre salgo sul piccolo taxi giallo che mi attende fuori.

autore di questa pagina:

Amalia Papasidero

Amalia Papasidero, editor, correttore di bozze, consulente letterario e blogger. Ha conseguito il master in “Tradizione e innovazione nell’editoria. Dal libro all’e-book” presso l’Università della Calabria.
Gestisce il sito web www.scritturaedintorni.it (che ha ottenuto l’accredito stampa presso il Festival della letteratura di Mantova nel 2016), che si occupa di ciò che ruota attorno al mondo della scrittura e offre numerose risorse e servizi per gli autori. Organizza eventi letterari e culturali (presentazioni librarie e musicali, campagne di sensibilizzazione su temi sociali). Ha da poco pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “Riflessi”. Tiene corsi di scrittura e self-publishing, workshop sulle tematiche legate alla narrazione.

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