I PROMESSI SPOSI
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume…”
Questo è l’incipit del famosissimo romanzo storico “I promessi sposi”, scritto da Alessandro Manzoni e pubblicato intorno al 1840, un classico intramontabile della nostra letteratura. Si tratta di un’opera che, tra finzione e realtà, dipinge con precise pennellate, un’Italia del ‘600 con pregi e difetti.
Alcuni avvenimenti, a cui Manzoni fa riferimento, sono fatti storici presenti negli archivi (la storia della monaca di Monza, la peste che colpisce Milano tra il 1629 e il 1631). Potremmo considerare quest’opera come un romanzo edificante che, dietro alle vicende dei due protagonisti, Renzo e Lucia, insegna come l’amore per Dio e per la giustizia, restituiscano sempre, ciò che l’uomo, con il suo egoismo, toglie.
Infatti, nonostante le prove, le difficoltà a cui i due giovani vanno incontro per riuscire sposarsi e coronare il loro sogno, alla fine vi è la vittoria del bene sul male, con la morte o la conversione di coloro che, a spada tratta (Don Rodrigo e l’Innominato), avevano cercato in ogni modo di ostacolare il loro amore.
I promessi sposi presenta delle vicende in cui la miseria umana colpisce il lettore nel profondo, facendolo riflettere sulla piccolezza dell’uomo e sull’ineluttabilità degli eventi che si verificano, di fronte alla grandezza del Signore e alla Sua bontà, che nonostante il dolore, è sempre presente nella vita degli uomini.
Va ricordato che il romanzo, nella sua prima stesura, aveva un’altro titolo “Fermo e Lucia”, che Mazoni, non convinto, rimaneggiò fino al raggiungimento del titolo definitivo, appunto “I promessi sposi”.
Si tratta di una delle opere più belle della nostra letteratura: a riprova i molti sceneggiati televisivi, cinematografici, libri, parodie e musical che lo hanno reso e, continuano a renderlo, un romanzo popolare, scritto per le persone, e fatto di persone. Nonostante alcuni personaggi possano sembrare eccessivamente stereotipati (Lucia incarna l’immagine della purezza e del bene assoluto), Manzoni è riuscito a rendere umani e profondi i suoi protagonisti, che gioiscono, soffrono e vivono in maniera intensa e vera.
Amalia Papasidero