Quando la trama è avvincente e la scrittura lo è di più, siamo dinanzi a un libro che deve essere letto. Anche una, due, tre volte di fila, fino a quando subentra la soddisfazione di averlo goduto dalla prima all’ultima parola.
A me è bastata la prima lettura per apprezzarne contenuto e stile.
La tematica gioca un punto a suo favore: un thriller mozzafiato per nulla scontato, ricco di soggetti e sfumature che danno adito a più interpretazioni… perché la trama è una, ma i messaggi che ne derivano possono essere infiniti.
Sta a chi legge, a chi entra nelle pagine (e resta intrappolato nei capitoli) trovare il significato che vuole.
Una quadratura perfetta della storia, delle sue comunicazioni attraverso personaggi completi sotto il profilo narrativo e psicologico.
Filo conduttore del romanzo è la follia, che s’accende come una scintilla e infiamma le pagine e il desiderio del lettore di scoprire quello che succederà.
Un pazzo assassino è spettatore silenzioso e spietato della propria alienazione che sconquassa la scena. Il lettore ha paura: curioso, ma terrorizzato, perchè dalle righe risale l’odore del sangue…
Storia intrigante di alto livello, dalla lettura lenta e mai banale. Non scorre rapida perché richiede attenzione e concentrazione e il bello è proprio questo.
Toni che mutano d’intensità e conseguentemente anche l’attesa e la curiosità del lettore si evolvono in proporzione.
I personaggi continuano a danzare nella mente anche dopo aver concluso il libro, come ologrammi che vengono fuori dalle pagine pregne di mistero. La mano impressa sulla copertina invita a fermarsi per osservare, cercare, con la curiosità del lettore attento e la grinta di un felino, perché chi legge questo libro è in scena, è protagonista: può e deve aiutare a scoprire chi è l’assassino.
Clic, uccidere.
E da qui tutto comincia…
E qui tutto torna.
Buonissima lettura, consigliata per chi avrà voglia di essere lettore ma anche scopritore di segreti.
Daniela Cavone