Fabio Strinati, classe 1983, è un giovane e talentuoso autore, suona anche il pianoforte con il maestro Fabrizio Ottaviucci.
Conosciamolo meglio:
- Fabio, leggendo la tua biografia, appare evidente che tu sia un artista poliedrico, in quanto ti dedichi alla poesia e alla composizione musicale. Parlaci di queste due anime, come convivono tra di loro e cosa le accomuna?
Musica e poesia sono due arti che si completano a vicenda, un connubio perfetto anche se ognuna ha vita propria. Una miscela di sentimenti capaci di appagare i sensi dell’anima. Io mi sono rifugiato dentro questi luoghi infiniti, dentro questi spazi così profondi quasi per caso proprio perchè la mia concezione di arte si muove su ambienti dove luci e ombre giocano a rincorrersi dando vita ad uno spettacolo quasi del tutto irreale. Mi piace quando l’anima viene sconvolta. Quando tende a sparpagliarsi ovunque e dove si trovino radici di note e di parole.
- “Periodo di transizione” è la tua ultima raccolta poetica e al suo interno si coglie chiaramente un forte tormento e intense
emozioni; quanto c’è di te nei tuoi componimenti?
La mia vita è un continuo tormento ma che ora so gestire in maniera del tutto naturale; sono una persona matura che si è innamorata della sua inquietudine forse anche perchè la trova vagamente poetica e musicale. Praticamente ci convivivo da sempre e devo ammettere anche che mi ci trovo molto bene; uno spazio che reputo interessante e canzonatorio. Periodo di transizione nasce proprio da questo “ transitare di tormenti “ all’interno della mia anima che però in qualche modo vuole ribellarsi. Una sorta di groviglio, un intreccio di sensazioni collegate tra loro che amano stuzzicarmi per vedere le mie reazioni.
- Quali sono i poeti e gli scrittori che ti hanno influenzato e hanno contribuito a renderti lo scrittore che sei?
Sicuramente Italo Calvino, Cesare Pavese, Giacomo Leopardi, Nanni Cagnone, Antonio Santori e molti altri ancora.
- Tra le poesie presenti nella raccolta “Periodo di transizione” mi ha colpito particolarmente “Dentro”; qual è il messaggio profondo che vuoi trasmettere con questi versi?
Una poesia che parla di ricordi. Versi che vogliono mettere in evidenza come il passato in qualche modo anche se distante possa riemergere in superficie da un momento all’altro. A volte basta un niente per far riaffiorare un ricordo ma la verità è che noi apparteniamo ai nostri ricordi molto più di quanto immaginiamo.
- Se dovessi consigliare un libro e una canzone, quali sceglieresti?
Sicuramente Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry e My Father’s Eyes di Eric Clapton.
- Sei giovanissimo, cosa ti sentiresti di dire a tutti i ragazzi che amano la poesia e che hanno difficoltà a ritagliarsi un loro spazio in un contesto letterario?
Dico che ci vuole molto coraggio per ritagliarsi uno spazio letterario ma un coraggio che vale la pena tirar fuori perchè la cultura non perde mai. Le difficoltà rafforzano e poi, ripagano sempre.