Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me.
La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore,
umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque.

 

L’amore al di là di ogni barriera, il riscatto dei vinti e dei soggetti più deboli, la possibilità di dare una svolta significativa alla propria vita, la Guerra Fredda; questi e tanti altri ancora sono i temi che La forma dell’acqua (Shape of water) di Guillermo Del Toro, tocca in maniera mirabile.
Un film che mescola sapientemente vari generi, dal fantasy, a quello drammatico, fino a quello sentimentale, e sa tenere davvero incollato allo schermo lo spettatore, che si sente partecipe della storia della giovane donna delle pulizie Elisa, muta fin da piccola, che all’interno di un laboratorio segreto, entra in contatto con una strana creatura, tenuta prigioniera e oggetto di un misterioso esperimento governativo.

Molto interessanti sono tutti i personaggi presenti nella storia di questo piccolo capolavoro cinematografico (particolarmente bella la fotografia e le inquadrature) e la loro psicologia; essi rappresentano quelle persone che all’epoca erano poste ai margini dalla società in cui il film è ambientato: la protagonista, come detto, non parla, la sua amica, Zelda (anche lei donna delle pulizie nel laboratorio) è una donna afroamericana che lotta contro i pregiudizi e un marito padrone, il vicino di casa e amico di Elisa è omosessuale; insomma l’immagine di un’America che verso gli anni ’60 (precisamente ci troviamo nel 1963 a Baltimora) è ancora molto chiusa e bigotta, dove viene contrapposta la famiglia perfetta, stile Mulino Bianco, del “cattivissimo” Richard Stickland a coloro che venivano considerati un po’ “materiale” di scarto (invalidi, persone di colore e omosessuali).

Ciò che colpisce è l’attenzione con cui, all’interno di questa bellissima fiaba, viene costruita la complicità tra la giovane e il “mostro”: da una parte la semplicità della protagonista, la sua capacità di sognare, di volersi allontanare da un mondo, quello delle persone, che è triste, che non la capisce, che non la rende felice; dall’altra la diversità di una creatura che non fa parte della realtà umana, che è sola, non compresa, che spaventa per le sue fattezze a metà strada tra una bestia e un umanoide. Ecco dunque come la somiglianza tra i due personaggi li farà avvicinare e determinerà dapprima una tenera amicizia che si trasformerà in un sentimento ancora più profondo.

Ed è pertanto l’amore al centro di questa storia, l’amore che spinge l’insignificante Elisa, addetta alle pulizie, a tentare di far fuggire la strana creatura dal laboratorio. Può un sentimento condurre a fare cose folli? Beh, evidentemente sì e questo film, andando oltre la realtà, crea una magia che sicuramente farà amare i due protagonisti.

L’acqua prende la forma di tutto ciò che la contiene in quel momento e, anche se l’acqua può essere così delicata, resta anche la forza più potente e malleabile dell’universo. Vale anche per l’amore, non è vero? Non importa verso cosa lo rivolgiamo, l’amore resta sé stesso sia verso un uomo, una donna o una creatura.” Così parla il regista di questo film che in brevissimo tempo ha riscosso un grandissimo successo, vincendo tantissimi premi, ottenendo il consenso del pubblico e della critica: ha vinto 4 premi Oscar nel 2018 come miglior film, miglior regia, migliore scenografia e migliore colonna sonora, ha ottenuto il Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia nel 2017, ha vinto 2 Golden Globes.

Guillermo Del Toro ci aveva già abituato a film dal forte impatto emotivo, unendo immaginazione e realtà, come nel film Il labirinto del fauno, eccellente prova cinematografica di questo regista visionario, capace davvero di rapire lo spettatore e di condurlo nella sua personale concezione della vita.

 

Non mi resta che consigliarvi la visione de La forma dell’acqua, che sono certa non deluderà, ma regalerà tantissimi spunti di riflessioni a chi, come me, crede che dietro ogni cosa, un film, un libro, uno spettacolo teatrale, oltre al puro piacere della cosa in sé, ci sia un mondo fantastico costituito da tutto ciò che gli artisti (attori, scrittori, registi, ecc.) creano e ci donano rendendolo per sempre nostro.

autore di questa pagina:

Amalia Papasidero

Amalia Papasidero, editor, correttore di bozze, consulente letterario e blogger. Ha conseguito il master in “Tradizione e innovazione nell’editoria. Dal libro all’e-book” presso l’Università della Calabria.
Gestisce il sito web www.scritturaedintorni.it (che ha ottenuto l’accredito stampa presso il Festival della letteratura di Mantova nel 2016), che si occupa di ciò che ruota attorno al mondo della scrittura e offre numerose risorse e servizi per gli autori. Organizza eventi letterari e culturali (presentazioni librarie e musicali, campagne di sensibilizzazione su temi sociali). Ha da poco pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “Riflessi”. Tiene corsi di scrittura e self-publishing, workshop sulle tematiche legate alla narrazione.

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