E si amarono l’un l’altro su un filo di neve
Neve, di Maxence Fermine, edito da Bompiani 2015, è un romanzo lieve, appassionante, ricco; con estrema poesia riesce a raccontare la bellezza della vita, dalla scoperta delle cose più piccole e semplici, fino all’amore e alla morte.
Un percorso di iniziazione che porta il giovane Yuko, scrittore di haiku, a scoprire, nella parte più profonda del suo cuore, l’arte che possiede, cioè comporre opere dall’impareggiabile bellezza che però risultano bianche, senza alcun colore, come la neve.
L’incontro con il maestro Soseki gli permette di comprendere cosa voglia dire davvero vergare versi e come la poesia possa racchiudere al suo interno altre nobili arti quali la pittura, la calligrafia, il funambolismo:
Il vero poeta possiede l’arte del funambolo.
Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza,
il filo di una poesia, di un’opera,
di una storia adagiata su carta di seta.
Yuko apprende in tal modo come scrivere colorando le parole e pertanto, non più solo candore, ma emozioni allo stato puro.
Neve è un piccolo gioiello; le immagini che l’autore rimanda e che emergono dal testo sono affascinanti, travolgenti e sono capaci di condurre il lettore in un’altra epoca, lontano dalle banalità del nostro tempo.
La lentezza e l’atteggiamento riflessivo, tipici della cultura giapponese, infarciscono ogni singola pagina, calando l’aspetto immaginifico in una realtà concreta, ricca di spunti, di metafore e di tutta una serie di elementi che vanno a scavare nella psiche e nell’animo dei protagonisti.
Un linguaggio semplice e lineare, poi, permette a questo breve romanzo di poter essere letto da tutti; la costruzione delle frasi e dei periodi genera un forte impatto perché è essenziale, misurata, particolarmente comprensibile e sciolta.
Consigliatissimo