CAPITOLO 3
Cara Elisabeth,
Non riesco a non pensare a te, ai tuoi occhi; qui al convento la vita scorre lenta, scandita dai rintocchi delle campane, dall’alternarsi del giorno e della notte… mi accorgo di non aver mai fatto molta attenzione alle piccolezze di tutti i giorni che invece qui mi appaiono nuove e meravigliose. Nulla è casuale, tutto è conseguenza di una scelta e lo sto capendo adesso, adesso che comincio a sentire che in questo luogo c’è qualcosa che mi appartiene; odo lamenti e gemiti che risuonano tra le nude pareti, percepisco presenze che emergono dal passato e mi chiamano insistentemente. Non ho paura, perché sapere che sono sempre nel tuo cuore mi dà la forza di non mollare ma di affrontare questa strana situazione. Mi manchi come non mai e non vedo l’ora di poterti riabbracciare.
Un bacio
Tom
È quasi mezzogiorno quando il giovane sente rintoccare le campane ed è così distolto dalla lettera e dal pensiero della sua amata. Decide di andare in biblioteca e con calma apre la porta cercando di non farsi vedere da nessuno; nel corridoio del convento vi è il solito silenzio che pervade le ampie volte; non sembra umano, di tanto in tanto passa qualche monaco, a testa bassa, assorto nelle sue litanie che volge un sorriso al giovane per poi riprendere le sue preghiere. Ogni cella è contraddistinta da un numero e Tom, a volte, ha l’impressione che quella vita sia più una prigionia che una scelta; ma non può e non vuole interferire, lui che non sa, che non crede fermamente, che non riesce a comprendere quell’esistenza così sacrificata.
Scende le scale e dopo poco si ritrova tra i tomi millenari; riposto fra i vecchi manoscritti, avvolto dalle ragnatele scorge un piccolo quaderno lacero, con la copertina scolorita, comincia a sfogliarlo: le sue pagine sono consumate ma ugualmente riesce a leggere quanto in esso è scritto. Si tratta di un diario, le prime righe riportano una data: 10 ottobre 1857, l’anno prima della sua nascita; comincia a leggere spinto da una forza inspiegabile, come se qualcuno volesse fargli conoscere una misteriosa realtà: “Oggi non l’ho vista; lo so non dovrei ma il suo profumo e i suoi dolci occhi mi mancano, solo l’idea di non poter vivere con lei quanto provo mi distrugge, mi dilania l’anima; sono dibattuto, amo Dio ma amo anche lei che è diventata il sole dei miei giorni. Non so quanto ancora riuscirò a vivere così nel peccato ma ciò che provo mi avvince a tal punto che quando sono con lei il tempo non ha più valore”.
Tom si interrompe, alza gli occhi e si rende conto che quanto ha letto è qualcosa di estremamente delicato che certamente metterebbe in subbuglio il convento, qualora se ne venisse a conoscenza; continuando a sfogliare il diario si accorge che alcune pagine sono state strappate ma continua la sua lettura fino ad arrivare ad una altra data, 20 dicembre 1857: “ Si sta avvicinando il Natale, ho preso un’importante decisione, lei sarà mia questa notte; il desiderio di condividere con lei un emozione fisica e spirituale, insieme, mi inebria; lo so sto peccando ma presto otterrò la dispensa e allora la nostra vita cambierà. Ho sbagliato, la scelta che ho fatto non fa per me, e ho capito che Dio vuole da me altro, vuole che ami una donna, che abbia dei figli e che conduca un’esistenza diversa da quella che ho erroneamente intrapreso. In lei vi è il frutto del nostro amore, vi è l’inizio di una nuova vita che redimerà il mio peccato perché un bambino che nasce è sempre benedetto da Dio. Non oso pensare a cosa potrebbero dire i miei confratelli, alle risa e alle malignità che la gente potrebbe gettare sulla mia famiglia, ma io andrò ugualmente avanti per lei e per ciò che in lei si agita e scalpita. A volte non so se essere felice oppure sopprimere tutto; mi sento spesso morire per ciò che ho fatto ma poi un raggio di sole entra nella cella e si diffonde ovunque, come per dirmi che l’amore non può essere male e che altrimenti, infondo al cuore non mi sentirei in pace con me stesso”.
Tom si alza di scatto… è sbalordito, non gli sembra vero ciò che ha letto ma vuole continuare a scoprire i misteri che sono racchiusi in quel luogo così sacro. È ora di pranzare e, deciso a condurre le sue indagini, si avvia verso la mensa, certo che la sua venuta al convento non è casuale ma voluta da qualcuno o qualcosa molto più grandi di lui.