Rimanere soli, sentirsi persi e covare dentro una gran rabbia che impedisce di apprezzare il bello dell’esistenza, creare un muro tra se stessi e gli altri per non soffrire, per illudersi che tutto va bene, quando in realtà nulla è al suo posto, credere che ogni cosa sia vuota e priva di significato perchè dargliene uno comporterebbe lottare per esso: in poche parole, avere paura di vivere.
Tutti questi sentimenti caratterizzano l’intenso romanzo autobiografico di Massimo Gramellini, Fai bei sogni (Edito Longanesi/2012), un percorso denso, fatto di ricordi, di sofferenze e di dolori che portano il protagonista a confrontarsi con il mostro più feroce, se stessi. Una storia toccante, in cui la paura di vivere è solo la conseguenza di un susseguirsi di vicende che iniziano con la tragica morte della madre dell’autore, fino a culminare nella rivelazione di un segreto celato da ben quarant’anni.
Fai bei sogni ha avuto un effetto catartico, purificatore per lo scrittore che, con gran coraggio, mette a nudo se stesso, la sua vita, il suo passato per affrontare i suoi demoni, per riuscire a ritrovare la pace e la serenità interiore che una vita di silenzi e bugie aveva tristemente sotterrato.
Questo romanzo insegna molto; insegna che la paura di vivere è uno stato mentale e che può essere superata; insegna che bisogna avere il coraggio di crescere e di guardare in faccia la realtà e che niente e nessuno possono e devono impedire di ritagliare un piccolo spazio felice, in questo duro e disincantato universo.
Amalia Papasidero