“Da dove è iniziato tutto se non dalla nebbia?
Ancora con il naso fuori dalla porta, la vedo scendere dalla collina.
Viva, con due occhi ostili puntati sul nostro rifugio.
Gli alberi si cancellano al suo passaggio.
Ruzzola giù bianca in un’unica massa compatta,
senza provocare il minimo rumore, senza smuovere, un solo filo d’erba,
eppure impietosa come una valanga di neve, furiosa come una carica di spettri.
E noi si siamo accampati proprio sul suo passaggio…”
Il diario di uno spalatore avventuroso (Grayscull Edizioni, 2016), il libro scritto da Pino Napoli, talentuoso autore calabrese, è una vera sorpresa; è proprio la storia che non ti aspetti
Già dalle prime pagine, si percepisce l’ambientazione noire, fantastica e bizzarra, insieme a una forte tensione emotiva che spinge il lettore a divorare il testo, con l’ansia e la curiosità di capire che cosa succederà poi.
Calati all’interno di un’atmosfera a tratti onirica, i due personaggi principali, il padre e il figlio Rob, insieme al cane Rufus, compiono un viaggio inteso non solo in senso fisico, ma anche metaforico: la vita diventa il percorso per arrivare alla meta.
Proprio il rapporto speciale tra i due personaggi è l’elemento vincente: nonostante il padre appartenga alla categoria dei “vinti, degli ultimi” e venga sempre messo da parte e umiliato al lavoro, dagli amici e anche dalla moglie, cerca in ogni modo di mantenere vivo il rapporto con il figlio, cerca, anche se con grande fatica, di apparire forte agli occhi di quest’ultimo, cosa che non sempre gli riesce bene, ma che genere empatia e un profondo senso di tenerezza.
Il diario di uno spalatore avventuroso si presenta con un lessico curato, si coglie qualche riferimento letterario, le descrizioni sono avvolgenti, capaci di creare delle suggestioni, i continui flashback permettono al lettore di riuscire a entrare a poco a poco nella vita del protagonista, imparando a coglierne i tratti essenziali del carattere, facendogli capire la sua aggrovigliata vicenda fatta di dolore, di rinunce, di sacrifici; l’autore riesce a rendere il padre umano, reale con tutti i suoi difetti, sentimenti ed emozioni, arrivando ad attribuirgli una vera e propria anima.
L’elemento del sogno appare, all’interno del testo, essenziale, in quanto permette ai personaggi, in qualche modo di fuggire da una realtà brusca, poco appagante e priva di colpi di scena; il sogno come metafora di quello che si vorrebbe e che purtroppo non si ha.
Il diario di uno spalatore avventuroso è una lettura piacevole, mai scontata o banale: quando pensi che sta per accadere un certo avvenimento, si verifica tutt’altro; riesce a coinvolgere, genera delle emozioni, sa prendere per mano il lettore addentrandosi con lui nell’oscurità di una storia che, seppur semplice, riserva parecchi colpi di scena.
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