Quanta goccia c’è nell’oceano?
Quanta stella c’è nel cielo?
Qanto capello sulla testa di un uomo?
E quanto male nel cuore?
 

 

Questi splendidi versi del poeta ungherese Sàndor Petófi racchiudono, nella loro brevità, tutto il dramma di un popolo, quello Ebreo, che ha patito la peggiore delle sofferenze: la perdita della propria dignità in nome della cieca follia di un individuo e del suo assurdo piano (Shoah).

A pochi giorni dall’8 settembre, in cui si ricorda la firma, da parte del generale Badoglio, dell’armistizio con gli alleati nel 1944, mi fa piacere portare l’attenzione su un romanzo che racconta quel periodo buoi della nostra storia in maniera, questa volta, positiva.

Quanta stella c’è nel cielo (Edito Garzanti/2009), scritto da Edith Bruck, sopravvissuta ai lagher nazisti, narra la storia della giovane Anita, uscita dai campi di concentramento e della sua difficoltà nel ritornare alla vita. Il suo animo è svuotato, i suoi occhi hanno visto cose che una ragazzina non dovrebbbe conoscere, le sue orecchie hanno udito le sirene, il continuo latrare dei cani, la sua mente ha impresso il colore della morte.

Ricominciare, immergendosi in una quotidianità ormai dimenticata non sarà facile: giunta presso una zia del padre, in maniera poco romantica imparerà a conoscere le prime pulsioni e che occorre trovare qualcosa a cui aggrapparsi per continuare ad andare avanti.

La Bruck, con tocco delicato, ci mostra il difficile percorso interiore di chi, come Anita, ha conosciuto gli orrori compiuti dalle SS., dipenge, come in un affresco, la dolorosa rinascita di una giovane donna che si troverà ad affrontare una gravidanza e la scelta di ritornare in patria, nella terra promessa.

Quanta stella c’è nel cielo è un romanzo toccante perché, in definitiva, racconta l’esperienza di tutti coloro che sono sopravvissuti fisicamente ai lagher, che sono morti dentro e che hanno dovuto, nuovamente, imparare a vivere.

Dal libro di Edith Bruck, un bellissimo film:

Ecco una serie di bellissimi libri che parlano degli avvenimento legati all’olocausto ebreo:

1. Se questo è un uomo – Primo Levi

2. Sonderkommando Auschwitz – Shlomo Venezia

3. Il vagone – Arnaud Rykner

4. Auschwitz- Sybille Steinbacher

5. Devo raccontare – Masha Rolnikaite

6. La baracca dei tristi piaceri – Helha Schneider

7. Il farmacista di Auschwitz – Dieter Schlesak

 

 

Amalia Papasidero

 

autore di questa pagina:

Amalia Papasidero

Amalia Papasidero, editor, correttore di bozze, consulente letterario e blogger. Ha conseguito il master in “Tradizione e innovazione nell’editoria. Dal libro all’e-book” presso l’Università della Calabria.
Gestisce il sito web www.scritturaedintorni.it (che ha ottenuto l’accredito stampa presso il Festival della letteratura di Mantova nel 2016), che si occupa di ciò che ruota attorno al mondo della scrittura e offre numerose risorse e servizi per gli autori. Organizza eventi letterari e culturali (presentazioni librarie e musicali, campagne di sensibilizzazione su temi sociali). Ha da poco pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “Riflessi”. Tiene corsi di scrittura e self-publishing, workshop sulle tematiche legate alla narrazione.

{"email":"Email address invalid","url":"Website address invalid","required":"Required field missing"}

Questi li hai letti?

Scelti per te...

>