Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
Questa frase racchiude l’essenza dell’inteso romanzo, Veronica decide di morire, di Paulo Coelho (edito Bompiani).
Tra le sue pagine, in ogni riga, è presente l’incessante spinta a ricominciare a vivere, imparando a guardare ogni cosa con occhi nuovi, apprezzando tutto ciò che l’esistenza ci porge.
Non è facile esse se stessi, e non è facile farlo, se vivere nella società richiede l’osservanza di alcune regola che spesso entrano in contrasto con il mondo interiore di ciascuno.
Veronika, la protagonista di questa storia, non riesce più a cogliere il bello di ciò che la circonda, lasciandosi così prendere dalla malinconia di una vita che pian piano si spegne, consumandosi lentamente; ecco allora che Villete, un’ospedale psichiatrico di Lubiana, diventa un rifugio, la morte una certezza di cui non avere più paura, e il dott. Igor, colui che avrà un ruolo determinante, insegnandole nuovamente ad amarsi, senza più filtri e schemi mentali, facendola sentire libera di poter essere finalmente se stessa.
Non solo lei, ma anche tutti gli altri personaggi, in un certo qualmodo, fuggono dalla loro piatta realtà: Mari, ad esempio, un’avvocatessa di successo, all’apice della sua carriera, pur avendo una famiglia premurosa, inizia a soffrire di attacchi di panico, a fuggire dalle persone, a cercare riparo.
Coelho, magistralmente, ci conduce in un mondo difficile, quello dei “matti”, in cui ogni cosa avviene secondo logiche diverse da quelle del mondo “reale”; si tratta di un percorso interiore di grande impatto, attraverso i racconti degli ospiti dell’ospedale psichiatrico che nonostante tutto hanno voglia di ricominciare a vivere, cercando però di mantenere intatta quella purezza e quella genuinità che generalmente viene perdonata solo ai pazzi, poiché la società spesso tende a trasformare le persone in automi, solo attente a non violare il codice non scritto delle norme etiche del buon vivere.
Passaggiare tra le strade di Lubiana, assistere alle sedute di elettroshock (tec), ascoltare i racconti dei pazienti di Villete, è un modo davvero particolare per ricominciare a vivere.