BIOGRAFIA
Valeria Rossi, autrice ed interprete, è la cantautrice conosciuta in tutto il mondo grazie al successo del suo brano “Tre Parole“, che ha vinto un triplo Disco d’Oro, il Festivalbar, l’Italian Music Award, una Nomination agli Mtv Awards e numerosissimi altri riconoscimenti anche internazionali.
Dopo aver vinto nel ’96 una borsa di studio al Cet di Mogol per un corso di “perfezionamento per autori” e aver studiato canto con docenti di fama anche internazionale come Serge Wilfart, si laurea in antropologia alla Sapienza di Roma.
È specializzata in canto moderno e songwriting.
Dal ’97 al 2007 è autrice in esclusiva per Sony Publishing.
Nel 2001 pubblica il cd “Ricordatevi dei fiori” edito da Bmg Ricordi.
Nel 2004 pubblica il cd “Osservi l’aria” edito da Sony/Bmg.
Dal 2003 al 2006 tiene una seguitissima rubrica settimanale dal titolo “Diario” sul suo blog.
Nel 2006 pubblica un racconto contenuto nella raccolta “Suicidi falliti per motivi ridicoli“, Ed. Coniglio Editore.
Nel 2014 pubblica il libro/cd “Bimbincucina” edito da Azzurra Music.
Nel 2015 pubblica il libro “Tre Parole dopo – Riflessioni intorno al successo“, Ed. Effequ.
CONTATTI:
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INTERVISTA
1. Ti sei fatta conoscere al grande pubblico come cantante, come nasce perciò la tua passione per la scrittura e cosa vuol dire per te, in questo momento della tua vita, scrivere?
In realtà la scrittura è sempre stata un canale privilegiato per me fin dall’inizio della mia attività creativa seppure in forme diverse negli anni: inizialmente ho prodotto poesie partecipando anche a vari concorsi e vivendo con aria trasognata, dopodiché ho tenuto per qualche anno un blog seguitissimo sul mio sito e, pubblicato un racconto ed un libro di ricette vegetariane all’interno di un progetto per avvicinare le famiglie ad uno stile alimentare sano e consapevole, nel frattempo poi con lo studio della musica ho ampliato il ventaglio espressivo e l’ho amplificato a dismisura perché alla parola vi ho abbinato il suono facendo molto studio e molta ricerca sul legame tra che c’è tra essi e nella triangolazione suono-corpo-parola; si nutrono a vicenda in un rapporto di vasi comunicanti e di dinamiche sottili e, allo stesso tempo, potenti.
2. Parlaci del tuo libro, Tre parole dopo-riflessioni intorno al successo e del messaggio che con esso hai voluto trasmettere.
Tre parole dopo è un libro costruito su un doppio piano: uno personale, l’altro divulgativo, questa forma lo rende di interesse anche per chi è al di fuori del mondo della musica nonostante sia comunque una specie di bilancio dal punto di vista di chi ha vissuto un grandissimo successo in quel settore specifico.
Con il libro, infatti, mi interessava porre l’accento su un’analisi psicologica, sulle tante facce che questi scenari portano con sé, parlare del prima, del durante e del dopo, con il rischio di “smontare” l’aura mitologica che l’idea di successo porta con sé quasi come se equivalesse ad una vincita al Superenalotto.
La realtà è diversa e a me interessava schiudere questo tipo di contenuti e condurre all’emersione dei nessi causali tra le cose, nella mia veste di docente e di giurata alle selezioni per i concorsi incontro centinaia di ragazzi e l’ho scritto pensando al parallelismo tra me e loro e a tutto quello che ho visto e vissuto in questi anni in questo settore e mi sembrava un dovere raccontarlo in maniera realistica.
3. Chi è oggi Valeria Rossi rispetto al passato, cosa c’è della ragazza che cantava le “tre parole” e cosa invece è cambiato?
Io ho iniziato a cantare perché non avevo voce e ho iniziato a scrivere perché non avevo parole. Ora che ho sia le parole che la voce il mio interesse sono diventati i “contenuti”, non ho più l’esigenza di “apparire per apparire” che potevo avere inizialmente, la consapevolezza è determinante per fare delle scelte gratificanti, selezionare i progetti e le persone che si sentono in linea con sé e affrontare le cose serenamente, ricordo che la notte che vinsi il Festivalbar all’Arena di Verona ero talmente estraniata che è come se ci fosse stata un’altra persona al posto mio che intanto ero rintanata in un angolo… non riuscivo a distinguere cosa volessi io da cosa volessero gli altri.
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4. Progetti futuri?
Da qualche tempo collaboro con alcuni centri didattici, tra cui la Rockland di Grosseto, centro di promulgazione della musica e di tutto ciò che gli gira intorno, compreso la produzione dei live, dei video, delle grafiche e di tutto ciò di cui un addetto deve sapersi occupare dal momento in cui l’era della case discografiche che prendevano in carico l’artista e gli costruivano tutta un’impalcatura intorno è finita.
Ora si può pensare, invece, a metter su una squadra di persone ed è necessario acquisire cognizione di causa e molta consapevolezza di ciò che si è e che si ha; nessuno può più permettersi di dissipare un talento o di fare un investimento a perdere. Io metto a disposizione la mia esperienza, le mie conoscenze tecniche e le pratiche che ho appreso per gestire al meglio le performance e tutto il resto.
Inoltre partecipo ad un progetto dedicato ai ragazzi di scuola superiore e che si chiama “Suoni e professioni” istituito dal Ministero dell’Istruzione, l’Università di Siena e, per l’appunto, la Rockland di Grosseto insieme ad altri stimati professionisti del settore: sta sempre più facendosi strada il concetto che la persona debba essere completa ed è in questa prospettiva, “olistica” anche rispetto al professionista musicale, che incontriamo i ragazzi ed i curiosi per fare un ragionamento sulle loro scelte e capire come valorizzare i loro talenti.
5. Dove ti porterà l’esperienza di scrittrice e come convive con la tua passione per la musica?
Scrivere è una pratica meravigliosa, apre scorci imprevedibili e sorprendenti sia per chi ti legge che per te che scrivi. Peccato che raramente possa diventare una professione con i diritti ed i doveri che ogni professione porta con sé (commissionamenti, stipendio ecc..), ciò non toglie che non possa diventare un mestiere, ossia, qualcosa che affini col tempo e nella pratica e di cui sei edotto e che pratichi per diletto.
6. Cosa consiglieresti a un adolescente che volesse fare un percorso artistico? Quanto è importante studiare?
Anzitutto gli consiglierei di leggere il mio libro;) in cui traccio alcune opzioni e le strade possibili di un percorso artistico cercando di non saltare i passaggi fondamentali tra cui una sana ed imprescindibile conoscenza di sé.