• Esercizio : memoire evento che ha segnato la mia vita
    – Elena puoi venire un attimo nel mio ufficio?
    ‘Oddio, vorrà parlarmi del progetto Fiera’ ho pensato, visto il tono di Valentina, autorevole e fermo.
    Valentina era la mia responsabile e aveva sempre quel tono deciso quando parlava di lavoro, pur sapendo scherzare nei momenti giusti.
    Prendi il mio mac (lì usava prendere appunti così, banditi i block notes) e quasi sull’attenti mi dirigi nell’uffIcio.
    – Un attimo che sta arrivando anche Silvia
    Silvia? La responsabile del personale? Oh oh…forse vorranno fare il punto sul mio primo mese di periodo di prova. In tutto due.
    Con la sua solita aria leggera (sospetto dettata dall’essere la moglie del Titolare) Silvia si siede davanti a me, Valentina è di fianco. Comincio a sentirmi accerchiata… ma mantengo un mood sicuro o almeno che sembri tale.
    – volevamo fare il punto su questo primo mese
    Eccola là… non ricordo ora se a dirlo è stata Valentina o Silvia ma non fa fatto.
    – Ci siamo confrontate a lungo (immagino quanto a lungo) e come avrai certamente notato anche tu, qui c’è bisogno di una persona già autonoma. Noi pensavamo tu avessi una senority maggiore. Noi non abbiamo risorse di denaro e persone per firmarti. Quindi se , come immagino, sei d’accordo con noi, il nostro rapporto si interrompe qui.
    Non so dirvi ora se in quel momento prevaleva dentro di me la rabbia o il sollievo.
    Sì perché se, da una parte loro sapevano bene da dove venivo, un posto sicuro in una mega azienda dove facevo un lavoro affine ma diverso, dall’aaltra era stato un mese d’inferno. Non ci andavo volentieri e mi annoiavo molto. E vi assicuro che può essere peggio stare 8 ore davanti a un pc senza fare nulla che avere mille cose da fare allo stesso tempo dovendo fare gli straordinari.
    Morale della favola questo accadeva alle 12.30 del 14 febbraio 2019. Alle 14 ero già fuori!
    Stranamente lo shock è stato più di coloro a cui lo raccontavo che mio. Ma evidentemente non era così…
    i giorni successivi passano tra ricerca spasmodica di lavoro e riflessioni su un tema di vecchia data. Da tempo infatti avevo realizzato la mia difficoltà a stare in aziende che più grandi sono meno hanno interesse per il dipendente; che più si professano etiche, più adottano comportamenti ipocriti e falsi. C’ero già passata nell’azienda precedente. Si vede che dovevo ancora sbatterci la testa. Ma se trovare il coraggio per lasciare quell’azienda era stato supportato dal paracadute di un altro impiego già trovato, stavolta la caduta era stata nel vuoto.
    Lì per lì tutto questo rimuginare sulle lezioni che insegnano e che se bene interpretate portano a una crescita personale, non era altro che una nube poco definita e in sostanza c’era il sottofondo di una convinzione: cambiare vita è un’utopia. Devo lavorare per vivere… non potevi fermarmi.
    Ma non sapevo ancora che di lì a poco sarebbero successe le due cose che mi hanno letteralmente cambiato. Ribaltando me e le mie convinzioni come un calzino…

    • Vedo che l’aspetto lavorativo è un punto che per te è cruciale: ha rappresentato una fetta importante della tua vita, ma ti ha portato, venendo meno, a nuove consapevolezze. Mi piace il modo in cui scrivi, ti sento molto naturale e a tuo agio, anche nel parlare di eventi non molto piacevoli, che ti hanno messo in difficoltà. Apprezzo molto la tua capacità di essere sincera e realista. Molto buono.

      • Grazie mille! A me piacerebbe tanto scrivere una storia della mia esperienza e ho sentito che tu hai seguito persone in questo tipo di percorso. Come funziona? Magari te lo scrivo anche per mail. Grazie mille davvero ?

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